A fine agosto si è svolto in Marocco il XIV Forum Internazionale dei giovani donatori di sangue al quale ha partecipato una delegazioni italiana. Tra loro anche alcuni membri della Consulta Giovani Avis Lazio. Vi proponiamo un interessante reportage di Jessica D’Eusebio, che ringraziamo per la testimonianza.
Il XIV Forum Internazionale dei giovani donatori di sangue dal titolo: “W for Want to be a Blood Volunteer: what, who, where, when, why. Increased knowledge on the gift of blood, new reasons to save lives” si apre per la delegazione italiana con l’arrivo al Complesso Moulay Rachid de la Jeunesse et de l’Enfance a Bouznika (Marocco) giovedì 29 agosto; Filippo, Francesco, Marco, Chiara, Viviana, Jessica, Anna, Andrea, Nicola, Mattia, a rappresentanza dell’Avis tutta. Alcuni già amici da tempo, altri divenuti tali in pochi istanti, perché il rapporto che ci unisce va ben oltre le distanze, nasce da obiettivi e missioni comuni che ci rendono tutti membri della grande famiglia avisina. A dirigere il forum la nostra Alice Simonetti, a capo dallo scorso anno dell’IYC (International Youth Committee) e al suo primo forum da presidentessa del board. Orgogliosi della nostra rappresentanza, la prima sera si apre con i discorsi di benvenuto di Alice, e del presidente FIODS (Federazione Internazionale Organizzazioni Donatori di Sangue), il molisano Gianfranco Massaro. Ha quini inizio il Market, dove ogni Paese presenta i propri gadget e prodotti culinari. Un momento di scambio e conoscenza dove la delegazione italiana ha riscosso un enorme successo sia sul piano del materiale informativo e promozionale, che sul piano gastronomico. Allo stesso modo, ciascuno di noi ha appreso informazioni sulla cultura della donazione e sulle tradizioni delle diverse realtà nazionali. Il secondo giorno si è aperto con i saluti delle autorità. Sono intervenuti Malika Mazzine, direttrice del forum, Gianfranco Massaro, il quale ha precisato l’importanza di sviluppare le sinergie tra i giovani dell’IYC e l’apparato maggiore; Fouad Bouchaerb, rappresentante del ministero della salute e Lahcen Rezzak, presidente della Federazione Marocchina Dono Sangue. Successivamente c’è stato il discorso della nostra Alice Simonetti, la quale ha parlato dell’importanza di questo forum in quanto primo del nuovo board dell’IYC e secondo forum nel continente africano; Mohammed Benajiba, direttore del Centro Nazionale Trasfusioni Sangue, ha ribadito l’importanza della promozione della donazione di cui i giovani si devono rendere protagonisti. I saluti ufficiali si sono conclusi con l’intervento di Saad Belouafi, presidente nazionale giovani donatori sangue del Marocco, nonché delegato continentale dell’Africa per l’IYC, e il saluto Rajan Kandel, delegato continentale dell’Asia. Grazie all’impegno associativo di Abdenahim Abdel Ouhsane, consigliere dell’Avis Comunale Pistoia, accompagnato da Emanuele Gelli, giovane rappresentante della stessa, è stato inoltre celebrato il gemellaggio tra l’Avis Pistoia e l’Association Al Amal Des Donneurs du Sang di Agadir. Ai saluti ufficiali sono seguite le presentazioni delle delegazioni: Danimarca, Corea, Libano, Lituania, Grecia, Portogallo, Nepal e l’ospitante Marocco, oltre alla nostra. Dalla precisione e dettaglio di Danimarca e Corea, alla personalità di Portogallo e Marocco, l’Italia si è distinta per l’entusiasmo con cui si è presentata, proponendo l’ultimo tormentone estivo “Happy” rivisitato in chiave avisina, coinvolgendo in canti e balli tutti i presenti.
Siamo entrati nel vivo del forum con la presentazione del workshop condotto dai danesi, il “WHAT”, i quali hanno riassunto i diversi tipi di donazione, emocomponenti, midollo osseo, organi e sangue del cordone ombelicale. Si sono quindi svolti i lavori di gruppo in cui i partecipanti sono stati chiamati a discutere riguardo le realtà nazionali delle diverse donazioni. È seguito il workshop condotto dal Libano, il “WHEN & WHERE”, incentrato sulla comunicazione, sulla modalità di utilizzo dei social network e sul fund raising. È stato interessante notare come in alcune realtà estere, come il Libano, vi sia una mentalità associativa non governativa ma imprenditoriale, con meccanismi di sostentamento e di approvvigionamento molto diversi dai nostri e densi di spunti per le nostre attività. Il terzo giorno di lavori si apre con il workshop condotto dai padroni di casa, il “WHO”; i marocchini hanno illustrato le molteplici realtà associative presenti nel Paese, e in che modo queste si avvicinano alle diversità culturali della popolazione, nonostante la comunanza di obiettivi nella promozione e nella fidelizzazione del donatore. L’ultimo workshop, il “WHY” è stato condotto dalla delegazione italiana; nella nostra presentazione abbiamo condiviso i risultati del forum nazionale dello scorso marzo tenutosi a Roma.
Abbiamo incentrato il lavoro sia sulla motivazione dei donatori, che devono essere fidelizzati, sia sulla motivazione dei volontari da mantenersi alta nel corso degli anni. Elementi chiave sono l’importanza di una corretta chiamata ai donatori e la necessità di avere un buon gruppo di giovani volontari attivi. Successivamente abbiamo diviso i partecipanti in quattro gruppi di lavoro, sottoponendo ciascun gruppo una domanda differente: “Come motivare i giovani a diventare donatori?”; “Come si può trasformare la donazione occasionale in donazione periodica?”; “Come si possono coinvolgere i giovani donatori nel volontariato attivo?”; “Come mantenere alta la motivazione dei volontari attivi nel tempo?”. Nella restituzione in plenaria i vari gruppi hanno esposto quanto trattato durante il confronto; tutti i ragazzi sono stati entusiasti degli argomenti trattati nel workshop, partecipando attivamente ai lavori di gruppo e condividendo le proprie esperienze nazionali. Nel pomeriggio siamo usciti per la visita a Rabat; nella serata conclusiva, dopo la cena di gala, tipica marocchina, sono stati consegnati a tutti i delegati gli attesti di partecipazione e i riconoscimenti ad ogni Paese. Dopo i ringraziamenti di rito, la serata si è conclusa con canti e balli tradizionali marocchini. La mattinata dell’ultima giornata del forum, è iniziata con la riunione dei rappresentanti delle delegazioni; all’incontro hanno preso parte il capo delegazione di ogni nazione e i soggetti coinvolti nei progetti su scala internazionale. Nella medesima istanza è stato votato all’unanimità il Libano come possibile destinazione per il forum 2016. Durante lo svolgimento del meeting, il resto del gruppo made in Italy si è dedicato a raccogliere materiale audiovisivo per la nostra Webradio Sivà e le nostre piattaforme mediatiche. In particolare abbiamo richiesto a tutte le delegazioni di tradurre nella loro lingua il nostro payoff “Tutti dovremmo farlo”. Nella successiva sessione plenaria, nell’entusiasmo generale della platea, è stato presentato dal nostro capo delegazione il forum 2015 che si terrà a Milano.
È giunta infine l’ora dei saluti, un momento ricco di emozioni e promesse; la voglia e la volontà di mantenersi in contatto nonostante le distanze, per proseguire un lavoro iniziato e da portare a termine; riportare a casa l’esperienza vissuta, renderne partecipi tutti coloro i quali abbiamo avuto l’onere e l’onore di rappresentare. La linea guida di questo forum, per me, è stata la parola “Condivisione” perché è inutile fare esperienze, fare cose belle, se poi queste rimangono fini a se stesse e non vengono condivise; l’importanza e la necessità di realizzare qualcosa di buono e renderlo pubblico, fare in modo che gli altri prendano esempio dalle nostre vittorie, e alla stesso tempo migliorare le nostre debolezze grazie all’aiuto e al modello di altre esperienze. Aver avuto l’opportunità di partecipare ad un Forum Internazionale ha arricchito il mio bagaglio culturale e formativo di donatrice e volontaria, ringrazio ancora tutti coloro che hanno reso possibile la mia crescita e spero vivamente di essere riuscita con questo articolo, a rendere partecipi, in minima parte tutti coloro rimasti a casa. Stay tuned.
Jessica D’Eusebio
(Consulta Giovani Avis Lazio)